Bardana

Curiosità

Arctium lappa, dal greco arktos, orso, per le infruttescenze ispide che ricordano il pelo dell’orso, e lappa termine usato da Virgilio per indicare piante i cui frutti si attaccano ai vestiti. I frutti della bardana sono muniti di minuscoli uncini grazie ai quali si attaccano al pelo degli animali, che fungono da trasportatori, garantendo alla pianta la dispersione dei suoi semi nei campi (dispersione zoocora). Questo sistema di “aggancio” fu studiato dall’ingegnere svizzero George de Mestral che negli anni ‘50 brevettò il velcro.
Nota fin dall’antichità, sia a scopo alimentare che come pianta medicinale, la bardana fu inserita in uno dei primi erbari del Medioevo, l’Herbarium Apulei. Considerata utile rimedio contro un numero infinito di malattie, viene raffigurata in tutta la grandezza delle foglie e definita erba elefantina. I greci, per questa sua caratteristica, erano soliti utilizzare le grandi foglie per farne maschere per il teatro (Plinio).
Nella medicina popolare europea la bardana era soprattutto utilizzata come diuretico (“depurativo del sangue”), contro la calcolosi biliare o urinaria, come diaforetico e nel trattamento della gotta e dei reumatismi. Esiste un antico proverbio di epoca medievale legato alla bardana e le sue proprietà che ne testimonia l’efficacia e l’uso “se la vecchiaia vuoi tener lontana, fatti amiche cicoria e bardana”.
Esternamente, la radice veniva impiegata come cataplasma per eczemi, ulcere e ferite a cicatrizzazione torpida, mentre il cataplasma di foglie fresche serviva per mitigare i dolori delle articolazioni nell’artrite e per i catarri polmonari. Secondo alcuni dati storici, il medico italiano Pena riuscì a guarire Enrico III di Castiglia (1379-1406) da una malattia infettiva della pelle utilizzando gli estratti di bardana.
Nella tradizione della medicina cinese, la radice della bardana elimina l’eccesso di energia “nervosa”, le tossine e le infezioni, riduce lo yang.